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jazzit jazz
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If Six Was Nine - "Andante Allegro"
(Splasc(h) Records - CDH 669.2 - distr.IRD)
L. Cappelli - voice
D. Carraresi - saxes
A. Fabbri - drums
S. Gistri - trumpet
S. Scalzi - trombone
D.Cecchini - clarinet
Questa formazione Jazzistica dell'area fiorentina prende il nome da un celebre brano di
Jimi Hendrix. L'album d'esordio, pubblicato nel 1992 per questa etichetta con lo stesso
titolo, rileggeva in chiave Jazz alcune composizioni del chitarrista di Seattle. Molti
componenti provengono dal "Centro Attività Musicali", laboratorio che negli
ultimi venti anni si è guadagnato meritoriamente stima e considerazione in ambito
nazionale, dando vita a progetti di rango quali la cantante-attrice Lucia Cappelli, il
sassofonista Diego Carraresi, il batterista Alessandro Fabbri, tutti presenti in questo
album.
In questo nuovo lavoro desta un certo interesse la trasversalità, ben testimoniata dalla
rilettura di Satie, Mingus, Zappa, la cui musica evoca suggestioni, ricordi, aromi e
persino odori forti, ben definiti. Il classicissimo Satie, l'uomo di Jazz Mingus, il
poliedrico Zappa, pur operando in ambiti diversi, hanno saputo esprimere un elementare
concetto: fare musica è arte nobile. E' con nobili intenzioni che "If six Was
Nine" tenta di coniugare musica e recitazione, ricorrendo a esti di Satie
("recoins de ma vie"), Mingus (dall'autobiografia "Beneath the
underdog") e Kandinskij ("Uber das Geinstige in der Kunst") magnificamente
interpretati da Lucia Cappelli, anche se la gabbia dello studio di registrazione non gli
rende adeguata giustizia. Sicuramente in Teatro, o in un'esibizione dal vivo, sortirebbero
un altro effetto.
Una nota di merito va agli arrangiamenti curati da Fabbri e Carraresi, nonché alle
composizioni originali. Brilla di luce propria "Pentecoste", una suite di 15
minuti dello stesso Carraresi. Non da meno è il contributo offerto da Sergio Gistri
(tromba e flicorno); da Stefano Scalzi, che oltre al trombone impiega il basso tuba in
funzione di contrabbasso; e da Dario Cecchini, con magistrali interventi al baritono e al
Clarinetto basso. Come cita il sottotitolo "Note del '900 per Jazz Ensemble", si
intravede la genuina volontà di salutare questo travagliato secolo, omaggiando tre delle
sue grandi firme.
di Lucio Apicella
If Six Was Nine - Adante Allegro (con testo a
fronte)
1998 CD Splasc(h) records CDH 663.2
LUCIA CAPPELLI voce / trombone
DARIO CECCHINI sax baritono / cl.basso
DIEGO CARRARESI sax soprano /sax tenore
SERGIO GISTRI tromba / flicorno / electronics
STEFANO SCALZI trombone / tuba / electronics
ALESSANDRO FABBRI batteria / percussioni
If Six Was Nine - Adante Allegro (con testo a fronte) - Includes Dog Breath,
Duke of Prunes, Call Any Vegetable and Son Of Mr. Green Genes, plus work by
Mingus and Satie.
If Six Was Nine - 1998, Splasc(h) 664 - Andante Allegro (Con Testo a Fronte) -
AMG EXPERT REVIEW: Named after the well-known Jimi Hendrix tune, If Six Was Nine
is an Italian quintet that previously recorded a Hendrix tribute. Here, the
group focuses on songs written by jazz bassist Charles Mingus, pop icon Frank
Zappa, and classical composer Erik Satie. With a front line of vocalist Lucia
Cappelli, soprano and tenor saxophonist Diego Carraresi, trumpeter Sergio
Gistri, and baritone saxophonist Dario Cecchini, the tightly arranged parts rely
on the varied timbres of the horns more than on individual improvisation.
Drummer Alessandro Fabbri keeps the beat rolling, and Checchini impresses with
some vibrant contributions on bari. Cappelli's voice doubles as horn and
commentator, mostly in Italian. Overall, the group may be a bit too tight for
many tastes: smoothly performed, but taking on the veneer of a Broadway
musical. - Steve Loewy
Frank You, Thank! Tributo italiano a Frank Zappa Vol. 1 1999 CD Popol
del Blues 045
From: Charles Pater (charpa@felvonet.nl) The Tributo Italiano "Frank You,
Thank!" has a very intelligent arrangement by Alessandro Fabbri of Duke of Prunes by
a group called If six was Nine. It's a kind of Nino Rota approach and has besides
bass-clarinet, trombone, soprano-and baritonsax, tuba, etc also a nice high soprano
vocalise.........A highlight is Duke of Prunes by If six was Nine. An intelligent
arrangement by Alessandro Fabbri that went from Nino Rota to Charles Haden; nice horns and
a sexy vocalise by a soprano. - Charles Pater
Echoes of M.J.Q.
Tra le grandi formazioni del jazz moderno, di sicuro il Modern Jazz
Quartet è stata una di quelle che ha avuto un grande successo di pubblico, ma al
contempo non ha trovato chi ne potesse raccogliere il seguito, sia per la delicata idea
strutturale - fatta di una sorta di "classica" eleganza che di sicuro è stato
un elemento volutamente obliato dalle esperienze creative successive - sia perché non è
facile che vibrafono e pianoforte si riescano ad amalgamare con quella magia che
distingueva la simbiosi tra Milt Jackson e John Lewis.
Gli "echi" di Modern Jazz Quartet che si odono in questo nuovo disco, firmato
collettivamente dal pianoforte di Paolo Birro, il vibrafono di Alessandro Di
Puccio e la ritmica di Alessandro Fabbri e Paolo Ghetti, portano con sé
[forse complice il vento] anche tante altre esperienze e suggestioni, evitando di
risolversi in un mero omaggio, tanto gradito quanto sostanzialmente inutile.
Non è forse un caso che a firma di John Lewis ci sia la sola "Milano",
lasciando spazio a brani originali e a ben tre brani di Duke Ellington, quasi a
spostare il fuoco da una classicità "formale" a una "sostanziale":
ecco quindi "Angelica" con la sua forza ritmica bisbigliata senza perdere il
"tiro", una "Azure" che stratifica il lirismo sulle sensibili movenze
di basso e batteria e la inconfondibile fragranza di "African Flower" a chiudere
il disco.
Del modello di riferimento il quartetto mantiene l'equilibrio cameristico dei timbri,
facendo sì che ogni suono abbia il suo riconoscibile peso, ma ogni musicista porta la
propria sensibilità a deviare l'impianto mimetico verso terreni personali: si riconosce
quindi la consueta attenzione di Birro per lo scavo continuo nel materiale [sia esso
armonico, melodico o ritmico], l'interessante proiezione del contrabbasso in frequenti
sortite melodiche - quasi ad allargare il discorso -, la continua vivacità della
batteria, mentre il vibrafono dimostra la propria polivalenza, come nell'angoloso
"Zenzero".
Un disco di musica cristallina, che svela i propri ingranaggi per coinvolgere l'ascolto in
trame sottili che spingono l'eleganza del Modern Jazz Quartet in una dimensione personale
da cui fare dipartire nuove tracce di percorso.
E non è poco.
Enrico Bettinello
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....... In questo Cd si respira
un'atmosfera ... che rimanda al gruppo di Milt Jackson e Jhon Lewis grazie alla sapienza
vibrafonistica e pianistica di Alessandro Di Puccio e Paolo Birro, come alla bravura
ritmica di Paolo Ghetti ed Alessandro Fabbri. Eppure solo un brano (lo swingante e
leggiadro "Milano") ' firmato da Lewis.....
Luigi Onori - Ultrasuoni Il Manifesto (2002)
ROSSO FIORENTINO
(dalla recensione di un concerto / from
a concert review)
..... Rosso Fiorentino gave a
highly individual and challenging account of themselves ....
...... Fabbri propulsive work
behind the traps kept the set shifting along at a fair old lick from the off as they
opened with his own composition "Tan-Go"....
.......The variety of the
material meant that those lucky enough to be in the audience had plenty to mull over as
they drove home ......
Hugh Gregory for JAZZ REVIEW
(2002)
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